Pubblicato: 23-10-2011

Vent'anni di `Nevermind´: l'intevista a Alberto dei Verdena


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Nel 1999, l'anno del loro esordio, i Verdena si sono subito guadagnati la fama di "Nirvana italiani". Un'etichetta un po' esagerata e limitante, in realtà. Aldilà di questo però il gruppo di Albino non ha mai nascosto la sua passione per le canzoni di Kurt Cobain e compagni. Per questo in occasione dei 20 anni di "Nevermind" abbiamo deciso di fare due chiacchiere con Alberto, cantante e chitarrista del gruppo, per chiedergli quali sono i suoi ricordi legati al capolavoro prodotto da Butch Vig uscito il 24 settembre del 1991. Lo raggiungiamo al telefono appena dopo le prove, in attesa del concerto di Collegno, alle porte di Torino.
"Ho scoperto i Nirvana nell'estate del 1992. Mi è capitato per caso di vedere la parodia di `Smells like teen spirit´ fatta da `Weird Al´ Yankovic. Era una presa in giro, però ho pensato: che figata di pezzo", racconta Alberto, "Mi piaceva l'attitudine del brano, il suono. Così sono andato a cercarmi l'originale e ho comprato il disco. Quando l'ho messo nel lettore e sono impazzito, mi ha cambiato la vita". Da lì è iniziata la mania per il video della canzone, che le tv musicali paradossalmente trasmettevano molto più spesso di tanti pezzi pop. "Di solito io e mio fratello Luca ci piazzavamo davanti alle televisione aspettando che lo passassero e poi ci mettevamo a pogare in camera, una cosa infantile ma molto divertente". E se Alberto dovesse scegliere una canzone di "Nevermind"? "Direi `On a plain´: ha una bella struttura, un'ottima melodia e ha quel cambiamento ad un certo punto che fa un po' Meat Puppets, mi è sempre piaciuta".


Nirvana - On A Plain on MUZU.TV


Insomma, stiamo parlando di un classico. Quello che molti si chiedono però è se il suono dell'album possa ancora considerarsi attuale a vent'anni di distanza. "Per me sì, certo la registrazione originale dei tempi era un po' fighetta ma molto potente. Del resto tutti i mixaggi che faceva Andy Wallace in quel periodo erano così, come `Grace´ di Jeff Buckley ad esempio. Però anche ascoltando `Nevermind´ a distanza di anni capisci quanto siano bestiali queste canzoni, funzionano ancora alla grande. Si sente il nastro. E poi i Nirvana usavano delle accordature particolari per gli strumenti, suonando sempre mezzo tono sotto o addirittura un tono sotto come in `Lithium´. E' una cosa che facevamo anche noi agli inizi". Com'è stato convivere con l'etichetta di "Nirvana italiani"? "Ci dava un po' fastidio, anche perché il nostro disco d'esordio mi ricorda molto di più i Placebo. Avevamo tante influenze, come i Motorspycho. E quel modo di incasellarci ha molto limitato la nostra situazione, ma pazienza", ribatte l'artista.
Alberto era presente anche ad uno dei concerti che Kurt Cobain e soci hanno tenuto in Italia. "Ero al Palatrussardi nel 1994, un gran bel concerto. Come gruppo spalla c'erano i Melvins, che hanno fatto un grandissimo show. Cobain in realtà sul palco mi sembrava un po' per i fatti suoi, perso in chissà quali pensieri. A distanza di tempo, si può anche capire il perché purtroppo", conclude il cantante dei Verdena.

LEGGI QUI LO SPECIALE DEDICATO A "NEVERMIND"


(Articolo tratto da: http://www.rockol.it del 23 set 2011)







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