Pubblicato: 08-11-2011

'U2 in crisi'. L'analisi del 'Sunday Independent'


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Giocando sul titolo "No line on the horizon", il "Sunday Independent" titola "End of line now on the horizon for U2" e in occhiello mette "La band è in crisi, il prossimo album sarà il più critico". Al giornalista Barry Egan l'onore e l'onere di affrontare lo scottante argomento. Reso ancor più scottante, e spinoso, dal fatto che il domenicale è irlandese e nell'Isola di Smeraldo gli U2 sono una specie di eroi nazionali. Riprendendo le recenti affermazioni che Bono ha rilasciato, e in un simpatico rimando allo scrittore locale Brendan Behan, purtroppo semisconosciuto in Italia, Egan inizia affermando che "l'annuncio della morte degli U2 era stato scritto forse già un po' di anni fa, quando la band ha fatto ingresso in un periodo di opinabile declino". Poi: "In questo momento, tutti sembrano pensare che gli U2 siano, per usare una delle frasi preferite di Behan, una merdaccia. Questa è sicuramente un'affermazione forte da fare nei riguardi dei nostri supereroi nazionali, una euforica band di fratelli che ha aiutato l'Irlanda a farsi mettere sulla cartina internazionale come entità culturale. Non sono certo che questa affermazione sia totalmente accurata per quanto riguarda ciò che generalmente la gente pensa degli U2, ma al momento c'è un certo livello di delusione. E ciò si riflette nel fatto che, quando la scorsa settimana è emerso che gli U2 potrebbero anche sciogliersi l'anno prossimo, l'uomo della strada non ha fatto altro che alzare le spalle. (...) Proprio come l'Irlanda intesa come nazione, gli U2 sono chiaramante un gruppo in crisi". Cause della crisi? Secondo il giornalista, lo spostamento delle operazioni finanziarie degli U2 in Olanda per pagare meno tasse, cosa che non influenza la musica ma però influenza eccome la percezione del gruppo, e anche il fatto che membri della band hanno frequentato imprenditori responsabili dell'imbarazzante situazione econmica in cui versa l'Irlanda. Leggasi: calo di credibilità. Che fare? Non è chiaro. "Ciò che gli U2 hanno davanti a loro è difficie da dire. Scommetto che, privatamente, Larry Mullen e Adam e the Edge si augurano che Bono trascorra meno tempo dietro alle sue cause e più tempo in studio. Forse è arrivato il momento che Bono e i suoi amici si fermino, prima che vengano mangiati dalle tarme e danneggino il loro retaggio oltre ogni limite con un altro 'No line on the horizon'. O forse no".


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 30 ott 2011)







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