(w1 x f1) + (w2 X f2) + ... + (w23 X f23). E' questa la formula matematica per avere un singolo di successo. Perlomeno nelle classifiche britanniche. Che certamente non sono le sole al mondo, ma si sa che il Regno Unito è pur sempre tra i maggiori mercati discografici del globo. La formula è stata scoperta, dopo una lunga ricerca, dal team del dottor Tijl De Bie della facoltà di ingegneria dell'Intelligent Systems Laboratory dell'università di Bristol. I ricercatori di De Bie hanno esaminato la Top 40 britannica dei singoli degli ultimi cinquant'anni per capire le caratteristiche dei brani entrati in Top 5 e anche per comprendere i motivi per i quali certi brani non sono riusciti ad entrare in Top 30. Presi in esame tempo, durata della canzone, volume, semplicità armonica, sequenza di accordi e così via. Gli algoritmi hanno elaborato 23 principali strutture, le quali hanno prodotto l'equazione dell'hit potenziale. E cioé, appunto, (w1 x f1) + (w2 X f2) + ... + (w23 X f23). Il team afferma, riporta il quotidiano londinese "The Independent", che l'equazione ha una accuratezza del 60% per quanto riguarda l'entrata in Top 5 della canzone. Altra interessante scoperta è che, prima degli anni Ottanta, la ballabilità di una canzone non era molto importante ai fini del suo successo. Tutto cambiò con la fine degli anni Settanta, con l'irruzione in scena della discomusic. Ma ancora: negli anni Ottanta ballate e lenti avevano più possibilità, rispetto ad oggigiorno, di diventare dei successi; più difficile invece individuare le potenzialità di affermazione poco prima e poco dopo il 1980, data l'esplosione punk. Insomma un calderone: da una parte artisti come Depeche Mode con i loro sintetizzatori, dall'altra gente come Police e Jam. Rock, disco, soul, reggae e altro ancora: tra la fine dei Settanta e l'inizio degli Ottanta il periodo fu "particolarmente creativo". Tra le canzoni che
corrispondono perfettamente ai requisiti elaborati, più verso i nostri giorni, "No scrubs" delle TLC e "If you don't know me by now" dei Simply Red.
Le novità portarono in seguito il pubblico a prediligere musica più forte, da poter ascoltare a volume maggiore. Insomma fracassona, anche se il termine non viene utilizzato. De Bie aggiunge che il potenziale di una canzone dipende anche dal periodo storico perché "i gusti musicali evolvono".
(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 17 dic 2011)