Pubblicato: 10-10-2011

`New Blood´, l'intervista a Peter Gabriel: `Io e la mia orchestra in 3D´


`New Blood´, l

Concerti di bands rock

Notizie sulle bands rock

Lives e festivals

Live e festival di musica

Date e concerti

Nuovo album della band

Banner e locandine o lacandina dei concerti

Rock bands: rock, metal, indie, alternative, punk, hardcore, new wave, pop, stoner, blues


Peter Gabriel sta in piedi in fondo alla stanza, ha di fronte tutti i giornalisti. E' vestito completamente di nero e tiene in mano il microfono con aria rilassata. Sembra quasi un santone, sereno e imperturbabile. Si trova qui nel cuore di Notting Hill, al secondo piano dell'Electric Cinema di Portobello Road, per presentare alla stampa il DVD in versione 3D di "New blood", che uscirà nei negozi insieme all'omonimo album a ottobre (nel nostro paese sarà disponibile dal 25, distribuito dalla Edel). Come già era successo per il recente "Scratch my back", Gabriel ha scelto ancora una volta la via orchestrale: stavolta però ha affrontato direttamente alcuni dei suoi classici, aggiungendo alla registrazione audio dal vivo anche l'azzardo del video in tre dimensioni. Dopo aver visto l'intero spettacolo sul grande schermo in anteprima nella capitale londinese, possiamo però confermare che l'esperimento funziona: pezzi come "Here comes the flood", "Biko" e "Red rain" in questa veste sono veramente suggestivi e a tratti sembra quasi di essere sul palco, in mezzo ai 46 musicisti che accompagnano Gabriel.
A chi gli chiede se gli è mancata la parte ritmica di queste canzoni, l'ex leader dei Genesis risponde subito con sincerità. "Abbiamo lavorato molto per riuscirci: io sono un batterista fallito e per me il ritmo è una cosa delicata. `Rhythm of the heat´ ad esempio è stata abbastanza difficile da trasformare in un brano sinfonico perché nell'originale c'è un bel groove di batteria", replica lui, "Abbiamo dovuto stravolgere lo schema, portarla di fatto da un'altra parte. Ma alla fine è diventata una delle mie preferite". Poi conclude il ragionamento con una battuta. "Il prossimo progetto sarà molto più rock: faccio Tchaikovsky". La scelta di non fare un DVD tradizionale comunque non è stata un caso. "Da tanti anni sono un fan del 3D: la cosa bella è che dà il senso dello spazio, è come quando il nostro orecchio passa dal mono allo stereo. Dentro ci stanno molte più cose. Certo, è ancora una scienza giovane, ma credo che in futuro crescerà molto anche se l'evento vero e proprio, quello con il pubblico vero, è difficile da rimpiazzare", sostiene l'artista.
Quello che colpisce, oltre all'impatto visivo del video, è anche il modo in cui sono stati arrangiati i pezzi della sua carriera solista, compresa la scanzonata "Solsbury Hill" o la malinconica "Blood of Eden". O sarebbe meglio dire spogliati, visto che in molti casi uno spirito alla Italo Calvino sembra aver preso possesso del musicista inglese e portato ad una sottrazione creativa. "Quando abbiamo iniziato il tour di `Scratch my back ci servivano delle canzoni per coprire la scaletta, quindi abbiamo iniziato a lavorare a queste", spiega Peter, "Dal primo momento che ho iniziato a cantarle ho sentito aprirsi una porta verso l'inferno: erano suggestive, forti. L'obiettivo insieme al mio arrangiatore John Metcalfe è stato quello di di tenerle aperte, esposte. Non mancano arrangiamenti più ricchi a tratti, ma quello che volevo era dare il senso dello spazio". Per questo la scelta dei brani è stata molto severa. "Certo, pezzi come `Sledgehammer´ o `Big time´ non sarebbero stati adatti: il nostro obiettivo era quello di creare un viaggio interessante per gli spettatori, di trasformare i brani come in una specie di incarnazione". Quando parla così, sembra riaffiorare l'utopista visionario di "OVO", se non il mistico solenne di "Passion".
Non manca qualche accenno ai progetti futuri, anche se il cantante del Surrey non vuole svelare troppo le sue carte. "Ho molti nuovi pezzi iniziati e quasi nessuno finito: sono molto veloce a scrivere le musiche, ma quando si tratta di mettere mano ai testi la cosa si fa difficile. Dopo Natale spero di cominciare a progettare ad un nuovo album, ma senza fretta". Buone notizie invece per i fan italiani, almeno sembra: il concerto dell'Arena di Verona, tenutosi nel settembre del 2010, potrebbe ricevere un trattamento simile a quello di Londra. "Ho riguardato proprio oggi il materiale, l'Arena è sempre un posto favoloso ed è un onore esibirsi lì. Spero di mettermi presto seduto ad un tavolo per discutere su un DVD tratto da quello show", risponde Gabriel.
Ad un certo punto, quando gli chiedono con quali musicisti gli piacerebbe duettare, torna ancora una volta su una delle sue passioni giovanili: "Sono stato un grande fan di Otis Redding: era uno dei miei eroi quando ero un teenager. Ho amato i Talking Heads, ma anche negli ultimi anni è uscita un sacco di musica che mi piace: come i Radiohead, ad esempio".
Aldilà di tutto, Peter Gabriel sembra davvero di buon umore. E non è un caso che decida di chiudere ancora con una battuta, sempre sul filo dell'autoironia. "Questo progetto mi ha entusiasmato, soprattutto il fatto di poterlo proiettare in un cinema: è stato anche un esperimento utile per la scienza capire quanto la gente riesce a resistere ad un mio concerto in 3D senza andare in bagno", conclude con un sorriso bonario. Dal secondo piano dell'Electric Cinema nel frattempo è già partito un applauso.


(Articolo tratto da: http://www.rockol.it del 08 set 2011)







Condividi