Pubblicato: 21-12-2011

I PiL di John Lydon ripubblicano l'intero catalogo


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Grandi manovre dei Public Image Ltd in vista del nuovo album di studio. Nel corso del nuovo anno John Lydon e soci infatti ripubblicheranno l'intero loro catalogo, con la sola esclusione di "Metal box" che era tornato disponibile nel 2009. I lavori soggetti a ripubblicazione -se ne occuperà la EMI- sono "First issue", "Paris in the spring", "Flowers of romance", "Live in Tokyo", "This is what you want...this is what you get", "Album", "Happy?", "9", "The greatest hits so far", "That what is not" più il solista di Lydon intitolato "Psycho path". "That was is not" è ad oggi l'ultimo lavoro di studio dei PiL; il disco ebbe scarsi riscontri commerciali, con un numero 46 nelle classifiche britanniche ad inizio 1992. "First issue", il primo LP dei PiL, fu pubblicato nel dicembre 1978 ma il lavoro iniziò alla metà di luglio di quell'anno; dunque a sei mesi esatti dalla fine dei Sex Pistols, che si erano sciolti il 17 gennaio '78 dopo l'ultimo concerto a San Francisco di tre giorni prima. Come riferito da Rockol tre settimane fa, si intitolerà "This is PiL" il nuovo album dei Public Image Ltd: il disco, il nono nella carriera della band britannica riformatasi nel 2009, sarà pubblicato in una data al momento non ancora comunicata del 2012. "Si chiamerà così perché altrimenti non avremmo potuto fare", ha riferito il cantante alla sesta emittente radio della BBC. "Per l'energia, la passione e la forza profusa nella registrazione, questo disco non è altro che la band che siamo". Lydon ha poi spiegato perché, per la produzione di una nuova prova in studio, ci sia voluto così tanto tempo:






Public Image Ltd - Disappointed (2005 Digital Remaster) on MUZU.TV







"Ho sempre un sacco di idee, ma - purtroppo - devo sempre aspettare di avere abbastanza soldi per realizzarle", ha spiegato l'artista. "La gente pensa che io abbia fatto una fortuna con i Sex Pistols, ma purtroppo non è così: per poterci permettere di registrare questo disco abbiamo dovuto rimanere in tour per due anni".


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 20 dic 2011)







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