E' morto nella serata di ieri dopo una lunga lotta contro il cancro Jackie Leven, grande cantautore scozzese già attivo con lo pseudonimo di John St Field e come elemento dei Doll by Doll: nato nel 1950 a Kirkcaldy, nella contea di Fife, dopo un primo album - "Control", del 1975 - pubblicato come John St Field, l'artista fondò nel 1977 i Doll by Doll, dei quali fu il principale compositore. Attiva tra il '79 e l''82, la band - nota per la fusione di sonorità e atteggiamento punk ad atmosfere folk e celtiche - pubblicò prima di sciogliersi quattro album in studio, "Remember" e "Gypsy blood" (nel '79) oltre che "Doll by doll" (nell'81) e "Grand passion" (un anno dopo): terminata l'esperienza in seno al gruppo, Leven iniziò a immettere sul mercato una miriade di pubblicazioni con il proprio nome, nonostante - nel 1984 - un'aggressione (nello specifico, un tentativo di strangolamento che ebbe per teatro le vicinanze dello studio di registrazione dove era al lavoro) avvenuta durante le session del suo primo album "in proprio" l'avesse lasciato senza voce per due anni.
Questo periodo buio lo portò ad un pericoloso flirt con l'eroina, del quale si liberò definitivamente nel 1994, anno da molti indicato come quello della sua rinascita artistica, durante il quale giunsero sul mercato il mini album "Songs from the argyll cycle" e la prova sulla lunga distanza "The mystery of love is greater than the mystery of death": divenuto una delle maggiori voci folk-rock sul panorama britannico, nel 2006 pubblicò - sotto lo pseudonimo di Sir Vincent Lone - due album, "Songs for lonely americans" e "When the bridegroom comes (Songs for women)", al quale ne seguirono molto altri - tutti, ormai, per la rinomata etichetta Cooking Vinyl - fino all'ultima fatica in sala d'incisione, "Wayside shrines and the code of the travelling man", pubblicata quest'anno e realizzata con la collaborazione di Michael Cosgrave. Celebre per il suo stile vocale e chitarristico, caratterizzato - quest'ultimo - da una inconfondibile accordatura aperta in MI, Leven (che Rockol intervistò nel 2003) lascia un corpus discografico composto da oltre quaranta capitoli, tra album, dischi dal vivo, DVD e pubblicazioni riservate al fan club.
(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 15 nov 2011)
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