La decisione di Absolute Radio di non programmare più canzoni di Cliff Richard si è ritorta contro l'emittente stessa. Absolute Radio, che trasmette da Londra e fino al settembre 2008 nota come Virgin Radio, ha recentemente deciso di "passare" solamente solisti o gruppi "cool come gli Who". Richard è autore di ben 137 singoli dei quali 69 hanno raggiunto la Top 10 e 14 arrivati fino al numero 1 in Gran Bretagna; il suo debutto discografico è del 1958 col singolo "Move it/Schoolboy crush", e da allora il cantante, che non si è mai sposato, è sopravvissuto alla disco, al punk, al grunge, al metal e derivati, al rap, al ritorno dell'R&B, a tutto. L'artista combatte da tre decenni contro le emittenti del Regno Unito poiché, incuranti del perdurante successo del "Peter Pan del pop", esse gli negano airplay in quanto -appunto- Sir Cliff non è ritenuto cool. Solo canzoni di gente "cool come gli Who", dunque? Absolute Radio ha scelto l'esempio peggiore perché è sceso in campo Roger Daltrey. Il cantante degli Who, pur non essendo un particolare estimatore di Richard, ha voluto dare una mano al collega e ha detto:
"Mettere al bando indiscriminatamente tutta la musica di Cliff mi sembra ingiusto, perché in alcuni momenti della sua carriera ha fatto anche dei grandi pezzi rock. Come, ad esempio, 'Move it' e 'Devil woman'. Ma fa niente Cliff, non hai bisogno di Absolute Radio per vendere la tua musica, i tuoi fan sono tra i più fedeli che esistano". Daltrey tuttavia ha voluto anche mettersi nei panni dell'emittente e ha detto: "Certo che parecchia musica di Cliff è middle-of-the-road, e ciò farebbe diventare Absolute una versione di Radio2, cosa che ovviamente non vorrebbero mai diventare. Quindi, in questa questione, hanno entrambi le loro ragioni". Ieri, a Londra, alla presentazione del suo nuovo DVD in Leicester Square, il cantante ha detto: "Absolute Radio mente a se stessa e mente al pubblico perché, che ciò piaccia o meno, in questo Paese il rock'n'roll l'ho portato io, con Marty Wilde, cinque anni prima dei Beatles".
(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 17 nov 2011)
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