Pubblicato: 21-07-2013

Stone Temple Pilots, è guerra: Weiland rilancia, 'Non hanno i diritti sul nome'


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E' finito nel peggiore dei modi - ovvero con una guerra che più aperta non si potrebbe - il rapporto professionale tra Scott Weiland e gli Stone Temple Pilots, band che il cantante co-fondò nella seconda metà degli anni Ottanta e per la quale, nel 2008, in occasione della reunion, lasciò il microfono dei Velvet Revolver di Slash (che adesso, senza nascondere la propria schadenfreude, ha chiuso ad ogni possibile riavvicinamento): il frontman di Santa Cruz, California, classe '67, ha postato sulla propria pagina Facebook un lungo post nel quale sconfessa totalmente la formazione guidata dai fratelli Di Leo (nel frattempo rivoltisi, forse nemmeno in modo troppo estemporaneo, alla voce dei Linkin Park Chester Bennington), accusandoli di sfruttare il nome della band per ingannare i fan.

"Anch'io come voi ho letto del concerto che, lo scorso weekend, il mio gruppo ha tenuto con un nuovo cantante", si legge nella nota pubblicata da Weiland: "Vi dirò la verità: questa cosa mi ha colto di sorpresa. E mi ha fatto male. Il fatto, però, è che il gruppo che ha suonato la settimana scorsa non era quello conosciuto come Stone Temple Pilots, e ha commesso un errore a presentarsi con questo nome: in primo luogo perché non ne ha il diritto legale, essendo io un elemento della band stessa, e in secondo per ragioni etiche, perché una condotta del genere è ingannatoria e disonesta nei confronti di milioni di fan che ci hanno seguito da anni. Quando io suono per conto mio, non uso mai il nome degli STP, ma il mio, Scott Weiland. I fan meritano di sapere cosa li aspetterà. Come tutti i gruppi che sono stati capaci di resistere alla prova del tempo rimamendo attivi per oltre vent'anni, gli Stone Temple Pilots sono legati da una speciale alchimia che rende i quattro elementi insieme più grandi di qualsiasi di esso preso singolarmente. Se i miei ex compagni di gruppo vogliono fare concerti con un nuovo cantante sono liberi di farlo: non me ne frega un cazzo di come abbiano intenzione di chiamarsi, ma non saranno mai gli Stone Temple Pilots. Ai miei fan: quest'estate sarò in tour con la mia band, i Wildabouts. Ci si vede ai concerti. E fregatevebe degli STP: so che lo farete".

Ad essere conteso, più che il nome, è il repertorio della band che ai tempi belli del grunge, nel '94, con "Purple", debuttò al numero uno delle chart statunitensi: nel proprio tour coi Wildabouts Weiland, di fatto, in scaletta inserisce quasi esclusivamente brani degli Stone Temple Pilots, dei quali lui ha scritto i testi ma non la musica. Non è un caso, infatti, che solo pochi giorni fa la formazione abbia scelto di adire alle vie legali per impedire all'ex cantante di sfruttare il repertorio del gruppo come solista.


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 27 mag 2013)