Strano destino, quello di
Wilko Johnson, già leader dei Dr. Feelgood, precusori a inizio anni Settanta della scena punk britannica che sarebbe esplosa un decennio più tardi:
all'inizio di quest'anno al chitarrista fu diagnosticato un tumore al pancreas, forma di cancro terminale - la stessa che uccise Luciano Pavarotti e Steve Jobs - che non lascia scampo. Lui la prese piuttosto bene: rinunciò alla chemioterapia e - tornato da un viaggio in Giappone - organizzò un'ultimo tour di addio (andato subito sold-out,
non senza polemiche) per salutare fan e amici.
"A gennaio mi dissero che sarei morto a ottobre, ma pare che possa riuscire ad arrivare fino all'inizio dell'anno prossimo", ha spiegato lui in un'intervista pubblicata ieri dal britannico Mirror: "Spero di riuscire a tenermi occupato prima di andarmene". A quanto pare, il rischio di annoiarsi nei prossimi mesi Johnson difficilmente lo correrà: l'artista, infatti, ha pianificato di registrare un ultimo album al quale prenderà parte anche il frontman degli
Who Roger Daltrey.
"Ho ancora qualcosa da registrare", ha infatti ammesso lui: "Dopo l'arrivo della diagnosi ho scritto qualche canzone. Niente di lugubre, in ogni caso: i brani non hanno nessun legame con quanto accadutomi. La musica che faccio, in genere, la penso come se fosse una risata, non un pianto: il disco non sarà pieno di lamenti sul cancro o roba del genere".
Johnson, che dal 2000 supporta l'associazione Teenage Cancer Trust -
la stessa per la quale Damon Albarn e Noel Gallagher si ritrovarono ad esibirsi insieme a Londra, la scorsa primavera - perse la moglie Irene, nel 2004, sempre a causa di un tumore. "Quando se ne è andata è stato il momento più straziante della mia vita", ha ricordato: "Ma lei è stata così coraggiosa: non si è mai lamentata. Spero anch'io di seguire il suo esempio".