Pubblicato: 27-05-2013

Stereophonics, 'Graffiti on the train': 'Sa di pazienza e sicurezza di sè'


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Sono più di 15 anni che gli Stereophonics portano alto il baluardo di quello che tutti ci siamo abituati a definire post-brit pop - diretto successore del brit pop, nato sul finire degli anni '90. In prima linea durante il passaggio di secolo, i tre artisti gallesi hanno continuato a dire la loro nel corso degli ultimi anni approdando al 2013 con un nuovo progetto discografico, "Graffiti on the train".
L'arco temporale che collega la storia degli Stereophonics al 1997  - anno del debutto, con il bel "Word gets around" -  è scandito da ben sette album da studio (otto, se si considera quello di prossima uscita), ognuno dei quali rappresenta un periodo preciso nel percorso artistico del terzetto rock nonché del mondo in generale; sembra proprio che questa sincronia e sintonia con la realtà circostante abbia giocato un ruolo chiave nel rendere duratura la fama della formazione: "Elemento fondamentale è sapere comprendere che la vita procede per mode e tendenze. E' necessario capire che cosa ci offre un particolare periodo storico e unirlo a quello che si è come artisti. Solo così si può essere sempre rilevanti. Al pari di un Bruce Springsteen o di un Nick Cave che vendono milioni di dischi ogni volta che pubblicano qualcosa di nuovo. Sono quasi 20 anni che facciamo questo lavoro ma non sembrano così tanti perché non ci piace troppo guardarci indietro. Noi guardiamo sempre avanti. Il nostro punto di riferimento con il passato è il disco precedente". Quindi, in questo caso, "Keep calm and carry on", del 2009.

"Graffiti on the train" uscirà il prossimo 12 marzo ma  già state largamente anticipato da due singoli ufficiali ("In a moment" e "Indian summer") e "Violins and tambourines" diffuso come primo estratto nell'ottobre 2012, che rispecchiano la natura dell'intero album, una natura "cinematografica", come l'ha descritta il frontman Kelly Jones spiegando: "La maggior parte delle liriche sono nate in concomitanza con il film che volevamo realizzare. Una pellicola che parla di due ragazzi che si spostano da un piccolo paesino di provincia a una grande città dell'Europa. Quindi si parla di scoperta, di paura, dell'esperienza, del correre i rischi. Ma è anche pieno di speranza".

L'album è nato alla fine della lunga tournée che ha portato gli Stereophonics in giro per il globo e al termine della quale la formazione ha sentito la necessità di fermarsi, trovare un posto fisso per lavorare al nuovo materiale: "Per la prima volta in 15 anni l'anno scorso non siamo andati in tour ed è stata una delle migliori decisioni che abbiamo mai preso. Quando ti fermi e lasci che la tua mente si apra, le cose arrivano da sole. Sono stato piuttosto impaziente in passato" ha continuato l'artista, "Questo album invece sa di pazienza e fiducia in sé. Abbiamo avuto molta più libertà e tempo da dedicare a ciascuna canzone, magari registrandone una e lasciandola poi in disparte per un po', per darle il tempo di respirare e di maturare. Anche con gli arrangiamenti è stato così".
Tra le 10 tracce che compongono "Graffiti on the train" compare anche un duetto, "Take me", nel quale Jones canta insieme alla propria fidnazata: "Una sera tornando dal lavoro, la mia fidanzata è passata dagli studi di registrazione. Senza troppo pensarci ha registrato un demo del pezzo, ci è piaciuto, lo abbiamo tenuto ed ecco che ora è nell'album. E' un'idea che è nata così, spontaneamente". 
Jones ha infine aggiunto: "Nonostante siano più di 15 anni che facciamo questo lavoro, devo dire che il nostro modo di lavorare è sempre piuttosto uguale. Non badiamo molto alle aspettative, scriviamo e basta. Facciamo musica e basta. Solo che ora abbiamo anche quel po' di esperienza in più che viene in nostro soccorso. Con otto album all'attivo non volevo più farne uno che suonasse come ' il solito disco degli Stereophonics'.  E non mi interessa se il disco non ha successo perché mi sento così a mio agio per il modo in cui è nato. E non sto dicendo che sia il nostro miglior progetto, ma è di certo quello che ci ha messo più a nostro agio".

"Graffiti on the train" è il primo lavoro della formazione ad essere stato realizzato per la Stylus Records, etichetta degli Stereophonics: "Abbiamo dato vita alla Stylus Records intorno alla fine dello scorso anno. Avevamo bisogno di un veicolo per creare il nostro nuovo album e ci siamo trovati a collaborare con un sacco di persone molto valide in Inghilterra. Ancora non abbiamo dei programmi precisi per il futuro comunque. Un disco alla volta", hanno concluso gli artisti.

A breve pubblicheremo anche la nostra videontintervista a Kelly Jones e Richard Jones, bassista del gruppo.


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 26 feb 2013)